Quando incontri un cicloviaggiatore

 Il cicloturismo è una realtà in crescita, e ciò è stato evidenziato anche recentemente, in occasione della Fiera del Cicloturismo di Bologna, che si è svolta ad Aprile scorso, nel corso della quale è stato presentato il terzo report sul cicloturismo italiano (interessante l'articolo dedicato da bicidastrada.it). A scegliere la bici come mezzo di trasporto privilegiato per compiere un viaggio sembra siano sempre più persone, e questo non può che fare piacere a chi ama la bici. Ma questo post non vuole affrontare il tema del fenomeno, dei suoi numeri e di altre disamine varie. Qui voglio solo esprimere le mie idee e riflessioni e impressioni personali su chi è il cicloviaggiatore, prendendo spunto da un incontro casuale con un cicloturista vero, avvenuto appena un paio di giorni fa. Ammetto che da appassionata di viaggi e di bici, ho sempre guardato con stima e ammirazione i cicloviaggiatori che ho incrociato lungo i miei percorsi. Ne ho visti moltissimi lungo le ciclabili trentine, ovviamente, ma altrettanti lungo il tratto della Euro Velo 6 che collega Vienna a Budapest passando da Bratislava, dove mi trovavo in vacanza la scorsa estate (e naturalmente non ho resistito alla voglia di noleggiare una bicicletta qualsiasi per percorrerne almeno un tratto!)
Ma ne ho visti diversi anche passare dalla mia città e percorrere le statali della mia regione, soprattutto nei mesi primaverili, quando non è ancora esploso il caldo afoso e le località turistiche si presentano nel loro fascino reale, prive del caos affollato che le caratterizzerà durante l'estate. Ma come sono i cicloviaggiatori? Non ho mai amato le generalizzazioni, ma credo di poter affermare che c'è un aspetto comune a tutti i cicloviaggiatori: più che la meta, amano il viaggio, con tutte le opportunità che esso può offrire. Perché viaggiare in bici ti pone in un'altra dimensione. Il tempo, ad esempio, scorre lento: il cicloviaggiatore non ha fretta, non corre, e non solo perché in genere si porta dietro una bici carica e pesante, ma perché vuole assaporare ogni attimo ed ogni particolare di ciò che vede, della strada, dei luoghi, dei sapori, degli incontri, degli imprevisti. E' predisposto ad accogliere il nuovo, con una curiosità genuina e un senso di gratitudine per ciò che considera un dono: l'esperienza che sta vivendo. Questo forse è ancor più valido per il cicloviaggiatore solitario, che percorre km e km in totale solitudine, anche se sa benissimo che durante il suo viaggio, veramente solo non sarà mai: incontrerà sempre qualcuno che, curioso, vedendo la sua bici carica di borse da viaggio, gli chiederà da dove viene, dove è diretto, quanti km ha percorso, e a volte si intratterrà in piacevoli conversazioni inaspettate, il cui ricordo poi gli farà compagnia durante le ore di pedalata solitaria, in attesa di nuove mete e nuovi incontri. Forse è stato così anche per Luigi, cicloviaggiatore solitario di Biella, che ho incontrato casualmente durante una sosta per mangiare qualcosa nel mio ultimo giro di quasi 100 km. Non facevo molti km da un pò di mesi, e infatti ho avvertito la fatica e sentito ad un certo punto la necessità di fermarmi, perchè ho imparato a mie spese che arrivare al fondo delle energie non ha molto senso. Mentre con il mio compagno di pedalata eravamo seduti ad un tavolino, vediamo arrivare Luigi, una bici attrezzata di tutto punto con borse anteriori e posteriori, che ti fanno intuire che il viaggio è o sarà lungo, di diversi giorni. Ci guardiamo, noi e lui, e ci si sorride, perché ci si riconosce fra appassionati della bici; un breve scambio di informazioni sulle reciproche provenienze, e Luigi decide di fermarsi un pò con noi a bere qualcosa di fresco. 


Luigi racconta di essere venuto tante altre volte in Sicilia, di amare questa terra e i suoi abitanti, il nostro essere solari e aperti e accoglienti, ed è bello sentire queste parole. E' abituato a viaggiare in bici e dopo essere stato nella zona di Trapani ed essersi fermato un pò a Palermo, si dirigerà prima a Castelbuono e poi verso Messina, passando dai Nebrodi e da paesi come Floresta. Lo aspetta un percorso bellissimo fra le montagne, ma anche molto faticoso, in considerazione del suo carico. Ma Luigi sembra non curarsene, è solare, comunicativo, estroverso e rappresenta in pieno lo spirito gioioso e curioso del cicloviaggiatore. Dopo esserci raccontati in breve tempo più cose di quelle che in genere si raccontano anche a persone vicine, riprendiamo la strada tutti e tre insieme. A dispetto dei 40 kg circa che spinge con rapporti da classica bici da corsa, Luigi in pianura mantiene un'andatura di tutto rispetto, e apprezza il panorama costiero dei piccoli centri limitrofi alla città. Poi il mio amico decide di fargli un piccolo dono, che ritiene rappresentativo del viaggio che Luigi sta facendo: una maglia del giro della Sicilia. 


Luigi è felice, ma lo siamo anche noi. Continuo a pensare che il viaggio in bici è, più di ogni altra cosa, una perfetta metafora della vita: un percorso faticoso, ricco di incontri e di scontri, in cui sta a noi ed al nostro modo di porci verso di esso riuscire a cogliere i momenti più belli, gioire di piccole cose, riuscire a donare ma anche saper accogliere ciò che in modo spontaneo e sincero gli altri vorranno donarci. Luigi è ancora in viaggio, domani raggiungerà Messina. In un messaggio che ci siamo scambiati ha commentato il percorso che farà e la probabilità che incontrerà pioggia con un semplice " e che ci fa?" Anche la pioggia fa parte del viaggio per un cicloturista....

Buona strada, Luigi!


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