Mi manca moltissimo partecipare ad una randonnée.....In un'altra pagina di questo blog/diario ho già narrato del mio amore per questo modo particolare di andare in bici. Per motivi di studio e di lavoro, avendo iniziato a settembre un percorso di formazione che mi impegna ogni venerdì e sabato, sapevo che quest'anno, per diversi mesi non avrei potuto fare nessuna randonnée. E anche per nostalgia di qualcosa che amo tanto, la mia memoria ritorna spesso all'ultima rando a cui ho partecipato, che è anche stata la mia prima (e unica! almeno finora...) 300 km: la Verona-Resia-Verona Traguardo Volante (qui il link della manifestazione: https://www.sportverona.it/verona-resia-verona-2022.html). Organizzata da SportVerona, essa fa parte del circuito ARI in entrambi i suoi due percorsi, rispettivamente da 300 e da 600 km, a seconda che si scelga di fermarsi a Resia o di proseguire ritornando a Verona. La scorsa edizione, la VI, si è svolta il 3 e il 4 settembre 2022. Come spesso mi accade da quando ho iniziato a pedalare, le più belle esperienze fatte in bici nascono da impulsi improvvisi e decisioni immediate e organizzazioni frenetiche fatte quasi all'ultimo minuto utile. Anche in questo caso è stato così: gli amici storici di bici decidono di partecipare, provano a coinvolgermi da subito, ma gli aspetti organizzativi da curare sono tanti e in un primo momento mi scoraggio. Poi scatta la scintilla. Una serie di considerazioni e pensieri si susseguono nella mia mente: "desidero da tanto pedalare da quelle parti.... amo i paesaggi montani.... si parte da Verona (la mia Bressan torna a casa!) e si arriva a Resia, col famoso campanile sommerso simbolo della località in Val Venosta..... e poi sarebbe la mia prima trecento e non presenta un dislivello molto impegnativo....che bello se riuscissi a concluderla!.....e poi sarebbe un bel modo di chiudere prima di questa lunga pausa senza randonnée....e poi sono con la compagnia giusta, organizziamo tutto insieme ed è un aiuto! e poi adesso posso, il prossimo anno chissà...le occasioni vanno prese nei momenti giusti....si, questo è il momento giusto... VADO!" In quarantotto ore organizzo biglietto aereo, pernottamento a Verona e a Resia, e poi resta da spedire le bici....perchè purtroppo, diciamolo, vivere in Sicilia non è che proprio faciliti la partecipazione a questi eventi....ma ok....si supera tutto, volere è potere. Le bici, accuratamente imballate, vengono spedite per arrivare per tempo presso l'hotel suggerito dagli organizzatori, vicinissimo al punto di partenza a villa Guerrini a Verona. Si parte il 2 settembre con volo diretto Palermo Verona.....e inizia il sogno!
Là ci ritroviamo con altri amici che vengono dalla Campania, ma gli iscritti sono davvero tanti ed alcuni vengono anche da Austria e Germania. Cena ovviamente a base di pasta (i carboidrati indispensabili per fornire energia a lento rilascio), cui segue la preparazione della bici con tutto l'occorrente: materiale tecnico, i mitici panini con crudo ed emmental per i momenti di calo energetico, l'Apidura sottosella con gli indumenti di ricambio per il pernottamento a Resia ed il giorno seguente; finalmente a mezzanotte circa tutti a nanna. La sveglia è puntata per le 4....si parte alle 5 del mattino....poche ore di sonno, ma l'adrenalina è tanta e credo che non avrei potuto dormire di più a prescindere. Si inizia a pedalare col buio e fa anche un pò fresco, ma attraversare Verona illuminata dalle luci dei lampioni, deserta di macchine, in cui i ciclisti che partecipano alla rando sono gli unici che incontri per le strade è già un inizio che moltiplica l'entusiasmo e la carica!



Via via che usciamo dalla città seguendo la traccia, albeggia. Il percorso si snoda nella prima parte quasi totalmente in pianura, attraversando ampi vigneti, spesso su strade secondarie e solo in parte sulle statali, che comunque a quell'ora sono poco trafficate, fino a condurci a costeggiare il lago di Garda. Mi sento felice: adoro viaggiare, e per me questo è un viaggio, per di più in luoghi che conosco poco, su percorsi in cui tutto per me è nuovo. Teniamo un buon ritmo, facilitati dalla pianura e dalla temperatura gradevole. Il cielo è velato e non avere il sole addosso aiuta parecchio. Dopo circa 80 km in pianura, dopo aver lasciato il Veneto ed essere ormai in territorio trentino, incontriamo la prima salita: l'improvvisa pendenza al 12% arriva come un fulmine a ciel sereno, ma alla fine mi sembra di aver attraversato un passaggio segreto, un tunnel spazio-temporale che ci proietta in un paesaggio del tutto diverso: le Alpi tutto intorno, piccoli centri che sembrano usciti dal cartone animato di Heidi, distese infinite di alberi di mele, ed un compagno di strada che ci accompagnerà lungo tutto il viaggio, col suo canto fragoroso a farci da sottofondo: l'Adige. Perchè una cosa che caratterizza questa randonnée e che la rende diversa da quelle siciliane, e forse anche da molte altre manifestazioni simili in altre regioni, è il fatto che si svolge al 70% circa su piste ciclabili, che si affiancano al corso del fiume, accompagnandolo fino alla sua origine: le sorgenti dell'Adige si trovano appunto a passo Resia, per me ed i miei amici la fine del percorso, per chi fa la 600 invece, il giro di boa per rientrare verso Verona. Pedalare sulle ciclabili trentine è secondo me un'esperienza che ogni ciclista e cicloturista dovrebbe regalarsi: a parte la bellezza del paesaggio in cui si è immersi, è un carosello colorato di tutte le forme di ciclismo, una vera festa per chi ama la bici. Incontri famiglie intere in bici per una passeggiata, ciclisti solitari o in gruppo che si allenano, cicloturisti attrezzati con borse da viaggio, di tutte le età e di diverse nazionalità, in coppia, in gruppi, con i loro amici a quattro zampe trasportati sui carrellini, o con i bimbi piccoli nello stesso tipo di carrellini, ciclisti in handbike, bici da corsa, gravel, mountain bike, bici da passeggio....insomma, il paradiso delle bici. Diversi ciclisti ci hanno accostati per chiedere informazioni sul tipo di percorso che stavamo compiendo, attratti dalle maglie fornite dagli organizzatori di SportVerona, ed un simpaticissimo ciclista ci ha accompagnato per diversi km chiacchierando tutto il tempo, ammirato dall'idea che stessimo percorrendo così tanti km! E poi i bicigrill, realtà inesistente nella mia regione, punti di ristoro che costellano le ciclabili, fornendo servizi e supporto anche meccanico in caso di guasti.Nel frattempo i km continuavano a scorrere e all'incirca verso ora di pranzo ci trovavamo presso il Bicigrill di Faedo, punto di controllo posto al 151esimo km, accompagnati da un clima fresco e con poco sole. il successivo punto di controllo sarebbe stato dopo 103 km esatti. Quindi ci siamo concessi una sosta adeguata, con pranzo a base di pasta, prima di riprendere a pedalare.
Le coltivazioni di mele sono state altre "gustose" compagne di viaggio, mentre il dislivello continuava ad accumularsi, presentandoci anche alcuni tratti lunghi davvero impegnativi per le pendenze, soprattutto dopo aver già percorso 200 km. Se è vero che questa rando non presenta un dislivello impegnativo (sono circa 2400 m in tutto), va segnalato che esso è concentrato quasi interamente negli ultimi 100 km, quando la stanchezza inizia a farsi sentire. Nel mio caso, non ero mai andata oltre i 220 km in una rando, e confesso di aver avuto momenti di vera difficoltà all'imbrunire, quando al dislivello e alle salite si è aggiunto un elemento che avevamo messo in conto, ma che avremmo sicuramente preferito evitare: la pioggia. Un acquazzone, evento abbastanza normale la sera in montagna, ma molto fastidioso in quelle condizioni. Abbiamo continuato a pedalare sotto la pioggia per un pò, fino a quando siamo riusciti a raggiungere l'ultimo punto di controllo previsto prima dell'arrivo a Resia, il Bar Restaurant Am Platz a Silandro, 254 km percorsi. L'idea di farne altri 54 (il percorso totale era di 308 km) sotto la pioggia, su piste ciclabili in parte sterrate e completamente al buio, non era molto allettante.

Ci siamo concessi una sosta con cena (di nuovo pasta!) e la possibilità di cambiarci per indossare qualcosa di più termico, dato che con il buio e la pioggia le temperature erano sensibilmente scese. Per fortuna nel frattempo la pioggia era smessa....e a quel punto, nonostante la stanchezza, il pensiero che scatta nella testa del randonneur è il seguente: "sono arrivata fino a qui, ormai mancano gli ultimi 50 km e sono entro i tempi... forza, chiudiamo questa rando e portiamo a casa il brevetto!" Sono stati 50 km durissimi. Ricordo lunghi tratti nel buio pesto, illuminato solo dalla mia luce anteriore, in salite con punte fino al 14%, a volte da sola, perchè la stanchezza mi aveva rallentata molto, anche se gli altri erano poco più avanti di me, ma non visibili date le condizioni. Sono i momenti in cui sistematicamente ti chiedi "ma perchè sono qui? che motivo c'è di fare tutto questo? con questa randonnée metto punto, non voglio farne più, non fanno per me queste cose"....pensieri accompagnati da espressioni più colorite che evito di citare qui...Però.....Però poi succede una cosa strana, sempre: sono proprio questi momenti quelli che scordi subito, non appena concludi il percorso e raggiungi il tuo obiettivo. La felicità e, ammettiamolo, l'orgoglio, la soddisfazione di essere riusciti ad andare oltre il proprio limite, averlo superato con successo, ti gratifica e riporta di nuovo i livelli di adrenalina alle stelle...e puntualmente, passata la stanchezza, pensi alla prossima rando a cui vorresti partecipare. 
Siamo arrivati al Campo di calcio di Curon Venosta, a San Valentino alla Muta, intorno alla mezzanotte. Il tempo massimo consentito per una 300 km è 20 ore. Sul mio brevetto c'è scritto che ne ho impiegate 19 e 21 minuti.....mi sono presa tutto il tempo utile, nello spirito delle randonnée " nè forte, nè piano, ma sempre lontano". Stanchi e infreddoliti abbiamo quindi raggiunto l'albergo prenotato per la notte, e l'indomani ci siamo rilassati in modalità più cicloturistica, visitando con la luce del sole di una splendida e calda giornata di settembre Resia, col suo lago e il campanile, per poi ripercorrere la ciclabile, la stessa fatta in piena notte la sera prima, per circa 90 km fino a Merano, dove poi abbiamo preso il treno per rientrare a Verona. Percorrere con la luce del giorno quel tratto di ciclabile è stato ancora più bello: immersi fra gli alberi e col suono delle acque dell'Adige, io e i miei compagni di viaggio abbiamo apprezzato ancora di più la bellezza di quel percorso. Ho fatto il pieno, nei miei occhi e nel mio cuore, di quelle immagini, del fiume, delle montagne, dei meleti, del verde tutto intorno, e queste immagini e questi ricordi sono il regalo più bello che mi porto dentro di questa esperienza su due ruote.
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